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Sfide e costi della proposta Trump

Sfide e costi della proposta Trump
Photo by Michael Vadon – Openverse
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Il piano di Trump costringe l’UE a prepararsi per una spesa colossale nei prossimi dieci anni per difesa e supporto a Kiev.

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La strategia di pace di trump per l’ucraina

Il piano proposto da Donald Trump per porre fine alla guerra in Ucraina prevede un ingente investimento finanziario da parte degli alleati europei, stimato in circa tremila miliardi di euro nel prossimo decennio. Questa mole di risorse sarà necessaria per rafforzare le difese militari di Kiev e dei Paesi membri dell’Unione Europea, in previsione di un futuro in cui gli Stati Uniti si ritireranno dal garantire la sicurezza nella regione.

La proposta di Trump e il ruolo dell’unione europea

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Photo by WOKANDAPIX – Pixabay

La recente chiamata tra Donald Trump e Vladimir Putin ha colto di sorpresa l’Unione Europea, spingendola a ripensare il proprio coinvolgimento nel conflitto ucraino. Mentre il presidente statunitense ha intrapreso trattative autonome con il leader russo, l’Europa si trova a fronteggiare la prospettiva di un significativo impegno finanziario e strategico. “L’Europa avrà un ruolo centrale nel mantenimento della pace”, ha affermato Pete Hegseth, il nuovo Segretario di Stato alla Difesa degli Stati Uniti, aggiungendo che questo comporterà un costo elevato.

Sebbene l’ingresso dell’Ucraina nella Nato sia un argomento ormai accantonato, le nazioni europee devono prepararsi a condizioni di sicurezza sempre più precarie. Bloomberg Economics ha calcolato che per proteggere l’Ucraina e rafforzare gli eserciti dei paesi dell’UE sarà necessario un ammontare di risorse pari a 3,1 trilioni di dollari nei prossimi dieci anni. Considerando che la Russia difficilmente sosterrà i costi della ricostruzione, l’onere economico ricadrà sui Paesi europei.

L’acquisto di armi e la ricostruzione

La struttura articolata dei costi necessari per raggiungere questi obiettivi include l’acquisizione di un arsenale militare adeguato e la ricostruzione di infrastrutture distrutte dalla guerra. Un funzionario europeo di alto rango ha evidenziato la capacità della Russia di produrre armamenti in eccesso rispetto alle sue necessità belliche, rappresentando un pericolo di accumulo di armi che richiede una risposta pronta. Tuttavia, all’interno dell’UE le dispute su come finanziare tale riarmo sono all’ordine del giorno, con una particolare attenzione alla possibilità di affidarsi a fornitori interni, i quali richiederanno anni per soddisfare le richieste.

La necessità di sostenere militarmente l’Ucraina comporta costi aggiuntivi per quanto concerne la ricostituzione delle forze armate locali, che potrebbero richiedere circa 175 miliardi di dollari nel prossimo decennio, a seconda dell’entità del conflitto e dei territori da presidiare. Facciamo una pausa: siamo pronti, come europei, a gestire un simile fardello finanziario e logistico? La questione è di importanza capitale. Parallelamente, la creazione di una forza di pace di 40.000 uomini si aggirerebbe intorno ai 30 miliardi di dollari, una cifra discutibile di fronte ai numeri suggeriti dal presidente ucraino Zelensky, che ritiene necessarie molte più truppe.

Un futuro di collaborazione finanziaria

Secondo le stime di Bloomberg Economica, adeguare il budget della difesa europea al 3,5% del PIL, come discusso nella Nato, richiederà un significativo aumento delle entrate fiscali. Verrà inoltre chiesto agli Stati membri di potenziare le loro capacità belliche, investendo in scorte di artiglieria, sistemi di difesa aerea e missilistici. Ciò includerà anche il rafforzamento dei confini orientali dell’UE e la preparazione per rapidi dispiegamenti militari, un compito che sembra monumentale.

Inoltre, un progetto finanziato tramite debito potrebbe necessitare un ulteriore indebitamento di 2,7 trilioni di dollari da parte delle cinque maggiori economie europee della Nato. Ma l’obiettivo di una difesa a lungo termine non sarà semplice da raggiungere. Richiederà infatti una trasformazione radicale nelle politiche di bilancio, un’ingegnosità straordinaria nella riorganizzazione delle industrie belliche e un consenso unanime per l’emissione di debito comune europeo.

Arriveranno delle critiche? Verosimilmente sì, dato che già figure come il cancelliere tedesco Olaf Scholz si mostrano scettiche riguardo a una “pace imposta” all’Ucraina. Le osservazioni di Scholz su Politico mettono in luce la complessità di individuare condizioni che sarebbero accettabili per Kiev. I suoi dubbi sono stati accompagnati dal disappunto del ministro della Difesa tedesco sulle concessioni preliminari fatte dagli Stati Uniti nei confronti di Mosca, segnalando una crescente preoccupazione tra gli alleati occidentali.